Disagio giovanile

Sabato, 16 Marzo 2024

Carissimi,   

stiamo vivendo un tempo di disagio e soprattutto quello giovanile, e  la situazione è così a Nova, nelle città limitrofe e oserei dire in tutta Italia. Tutti gli studiosi sono concordi nel dire che c’è un allarme per patologie che insidiano le nuove generazioni. Solitudine, dipendenze, disagio, ritiro sociale: i più giovani sono sotto pressione, ma gli adulti non stanno meglio. C’è un problema di solitudine e si direbbe che il contesto del mondo occidentale di cui noi facciamo parte non aiuta la relazione. Per aiutare la relazione si dovrebbe riconoscere l’altro, anche nelle sue fragilità, anche quando è una persona ferita e aggiungendo qualcosa di cristiani mi dovrei prendere cura di lui. Si parla che tra l’11% e il 27% di ragazzi soffrono di tristezza e di vuoto. Una volta le relazioni le si vivevano a scuola e soprattutto nel tempo libero frequentando l’oratorio: quanto giocare insieme senza paura di una preghiera insieme, senza la paura di ritrovarci alla domenica per la S. Messa insieme. Oggi tutto questo sembra sparito in nome di una modernità che ci rende la vita perennemente in crisi perché ci toglie la bellezza dello stare insieme e della vita di comunità. Non è Dio che ha bisogno di noi, siamo noi ad aver bisogno di Lui, non è la Chiesa che ha bisogno di fare l’oratorio feriale e le vacanze per i ragazzi, sono una necessità, una boccata di ossigeno per loro e la Chiesa si fa servizio per questo perché i giovani ci interessano così come gli adulti e gli anziani. I problemi una volta cominciavano con l’adolescenza oggi già nelle elementari si vedono segni di difficile relazione e allora qui il problema qualche volta non è dire come faccio ad aiutare mio figlio, ma diventiamo sbrigativi, di chi è la colpa? La risposta in lombardo è “de nesun se non de un po’ per un” di nessuno se non di un po’ per ciascuno.

 


don Luigi Caimi


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