“Pacem in Terris”

Domenica, 16 Aprile 2023

Carissimi 

ancora oggi Papa Giovanni XXIII è ricordato come un uomo buono che parlava al cuore delle persone. La sua Enciclica “Pacem in Terris” compie 60 anni, ma è uno scritto senza età e di grande attualità anche oggi. Questa Enciclica denunciava l’immoralità della guerra, ma la sua novità non è solo questa. Papa Giovanni XXIII, parroco del mondo, non si rivolgeva ai suoi, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Sì, tutti, indipendentemente dal nostro credo, dobbiamo essere impegnati a sostegno della pace. Per farlo bisogna essere uomini e donne di buona volontà; per cercare la pace bisogna che la guerra sia eliminata dalle relazioni internazionali. Giovanni XXIII era un uomo che aveva visto le brutture della prima guerra mondiale e i segni del male nei territori dove era Nunzio Apostolico: Bulgaria e Turchia.  Uomo del XX secolo, ha conosciuto le luttuose rovine degli animi che le ideologie avevano generato, le atrocità praticate dagli uomini, e sapeva che l’industria bellica poteva creare ordigni spaventosi e causare l’auto distruzione del mondo. Lo sforzo che le nazioni mettono nel costruire armi potrebbero metterlo nel dare medicine e alimenti ai popoli che soffrono la fame, ma questo è forse un sogno che è stato solo di Raul Follerau e di mons. Tonino Bello di cui ricorrono i vent’anni dalla morte. La pace non è un’ideologia astratta da imporre gridando slogan radicali e non si persegue con denunce verso i propri nemici. La Pace è una domanda che scaturisce dalla storia e dal cuore dell’uomo. Noi tutti uomini e donne di buona volontà, sull’esempio di questi grandi uomini, e soprattutto sull’esempio di Gesù e del suo Vangelo, dobbiamo essere costruttori di pace.

 


don Luigi Caimi


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